O s c a r T e s t o n i
-
O s c a r T e s t o n i
-
O s c a r T e s t o n i
-
O s c a r T e s t o n i
-
O s c a r T e s t o n i
-
O s c a r T e s t o n i
-
O s c a r T e s t o n i
-
O s c a r T e s t o n i
-
O s c a r T e s t o n i
-
O s c a r T e s t o n i
|
|
Epistula I
|
Il tempo
|
Epistula II
|
Poche letture, ma utili al progresso morale
Molte consonanze coi padri del deserto:
- stabilitas loci
- apoftegma del cammello e del cavallo
- povertà
|
Epistula III
|
Giudicare prima di accettare ed affezionarsi a un amico
Confidarsi con l'amico come con se stessi (non confidarsi con tutti, ma nemmeno non fidarsi di nessuno: occorre una mezza via come tra il lavoro e la quiete)
|
Epistula IV
|
- La filosofia rende uomini permettendo di abbandonare la puerilità
- Liberarsi dalle paure a comnciare dalla peggiore, quella della morte: non può infatti vivere una vita tranquilla chi si preoccupa tropo di prilungarla vivendo tra il timore della morte e l'angoscia della vita
et vivere nolunt mori nesciunt . Il timore (non la consapevolezza né la meditazione) dell'ultima ora rende inquiete tutte le altre.
- La chiusa è sull'essenzilità: ci afanniamo per le cose superflue (e qui una consonanza evenagelica), mentre quanto ci basta è a portata di mano.
|
|
Epistula V
|
- Come nel cristianesimo (essere nel mondo, ma non del mondo), Seneca invita a essere diversi dal popolo dentro pi� che esteriormente, evitando attegiamneti estremi che allontanerebero la gente dalla filosofia come quei compotamneti contarari alla natura (frugalit� non soferenza): la filosofia promette in primo luogo
sensum communem, Humanitatem et congregationem .
- Ma allora non c'è nessuna differenza tra noi e il popolo?
Chi ci osserver� meglio, sapr� che siamo siversi dal volgo; chi entrer� nella nostra casa ammirer� noi, piuttosto che il nostro arredamento
- Infine da Ecatone un pensiero sul timore come legato alla speranza (
Cesserai di temere, se cesserai di sperare ): timore e speranza, propri di un unanimo inquieto, sono preoccupati dell'attesa del futuro e non si adattano al prsente. Contrariamente agli animali, che fuggito un pericolo si sentoo al sicuro (e l'immagine sar� riutilizzata da Leopardi nel Dialoo di un pastore errante per l'Asia), l'uomo è tormentato non solo dai mali presenti, ma dalla memoria (il rinnovo dell'angoscia della passata paura) e dalla previsione del futuro (anticipazione della futura paura). Questo riemergere dei mali passati insieme ai futuri ad ogni sconfitta fa parte anche delle caratteristiche dell'accidia quale è descritta da Petraraca, sebbene essa abbia in s� - contrariamente a Seneca - anche la causa tomistica di tale male che è proprio la perdita di speranza di salvezza, al contrario di Seneca, che invece vede in quella che nel mondo cristiano è una virt� teologica, la cui perdita è causa di questa malattia interiore, una causa di timore e quindi di male e si impossibilit� di vivere il presente. La perdita di speranza di salvezza è la causa del male di vivere anche in Montale.
|
Epistula VI
|
|
Epistula VII
|
- La folla (
vitanda ) turba (con il gioco di parole turbam e turbatur ) l'equilibrio faticosamente conquistato
- L'attenzione si sposta sugli spettacoli capaci di fare tornare in noi i vizi scacciati [si potrebbe dire oggi lo stesso della televisione?]
- Appassionata descrizione dell'oscena crudeltà degli spettacoli gladiatori in tutte le sue fasi giornaliere (quelli del mattino, la pausa di mezzogiorno, del pomeriggio e della sera)
- Pur non diventando ostili ai molti di cui si cerca di essere diversi, occorre rifugiarsi in se stessi, frequentare le persone che possono renderci migliori o quelle che possiamo rendere migliori, così rendiamo reciroco il dono perché insegnando impariamo.
- .....
...
...
...
...
-
|
|
Epistula VIII
|
|
Epistula IX
|
Epistula X
|
|
|
Epistula XI
|
|
Epistula XII
|
|
Epistula XIII
|
|
Epistula XIV
|
|
Epistula XV
|
|
Epistula XVI
|
|
Epistula XVII
|
|
Epistula XVIII
|
|
Epistula XIX
|
|
Epistula XX
|
|
|
|