Ars dicendi
Oscar Testoni

Ciceronis orationes

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Orationum modi (vel genera)

Orationes
orationes iudiciales


oratio accusa
oratio difesa
interrogatorio testimoni
esame delle prove
iudicia privata
questioni di diritto privato di competenza del pretore urbano
iudicia publica
sono processi penali celebrati in quaestiones perpetuae (tribunali permanenti divisi in ambiti di pertinenza ->)
presidente: pretore eletto
giuria: senatori / cavalieri
Qualunque cittadino poteva diventare pubblico ministero
reus: imputato con sospensione di alcuni diritti
patroni: tengono le arringhe
advocati: personaggi influenti
laudatores: brevi discorsi di elogio
quaestio maiestatis: lesa maestà del popolo romano
perduellio: alto tradimento
ambitus: corruzione elettorale
de pecuniis repetundis: estorsioni di denaro nel governo di una provincia
peculatus: peculato, appropriazione di denaro pubblico
sacrilegium: furto sacrilego
quaestio sicae et veneni: omicidio (con violenza o avvelenamento)
de vi: violenza fisica
quaestio iniuriarum: diffamazione
de civitate: cause sul diritto di cittadinanza
orationes deliberativae
in senatu
in comitiis coram populo
orationes epidicticae
in cerimonie, festività, commemorazione di defunti - Tono solenne e celebrativo

Ars dicendi

inventio


ricercare le idee e gli argomenti per dimostrare la tesi prefissata
dispositio


organizzare argomenti ed ornamenti nel discorso
elocutio


l'espressione stilistica delle idee, con la scelta di un lessico appropriato e di artifici retorici
memoria


come memorizzare il discorso e ricordare le posizioni avversarie per controbatterle

Da Quintiliano (Institutio oratoria X, 73) sappiamo che Cicerone scriveva e imparava a memoria l'esordio e i passaggi fondamentali, mentre improvvisava il resto servendosi di appunti (le orazioni che noi leggiamo sono rielaborazoni successive finalizzate alla loro pubblicazioni)
actio
vel pronunciatio

declamazione del discorso modulando la voce e ricorrendo alla gestualità

Plutarco in Vita di Cicerone ci informa che Cicerone prese lezioni di recitazione da famosi attori dell'epoca: Roscio ed Esopo.

I tre fini dell'arte oratoria

docere et probare
- - - - - - - - - - (fidem facere)


informare con chiarezza e dimostrare la tesi con ARGOMENTI VALIDI

Si fa leva sulla RAZIONALITÀ
delectare


catturare l'attenzione con un discorso vivace e non noioso

Si punta all'ESTETICA
flectere vel movere

commuovere il pubblico per far sì che aderisca alla tesi dell'oratore.

Si fa leva sul PATHOS

soprattutto nella PERORATIO

Quattuor partes orationis

1
exordium


In exordio est propositio sed etiam captatio benevolentiae, orationis ornatus, delectando et animum movendo vel flectendo

esordio: proposizione dell'argomento dell'orazione per non lasciare l'ascoltatore in sospeso, tentativo di accattivarsi l'uditorio - dilettare - commuovere - usare ornamenti
2
narratio


facta exponuntur chronico ordine vel in medias res incipiendo et stuporem inducendo et auditorium docitur


esposizione dei fatti, per informare l'uditorio, in ordine cronologico o con una introduzione ad effetto
3
argumentatio


CONFIRMATIO: argumenta adducere ad propriam thesim demonstrandam
REFUTATIO: refutare et refellere argumenta contraria

dimostrazione delle prove a sostegno della tesi (confirmatio) e confutazione degli argomenti avversari (refutatio)
4
peroratio


orationem perficere, maxime auditori animos flectendo magno patho


epilogo, la conclusione del discorso, muovendo al massimo gli affetti dell'uditorio e sviluppando pathos.

Stili

ASIANESIMO
alto grado di ornamento con abbondanza di figure retoriche
ATTICISMO
stile asciutto e scarno
CONCETTOSO
frasi brevi e spezzate, molto ritmate semanticamente concentrate concettosità e giochi di parole
FLUENTE
periodare ampio e complesso ridondanza ed enfasi gonfio e ampolloso
Cicerone abbandona l'asianesimo giovanile, ma critica il carattere troppo freddo e intellettualista dell'eloquenza atticista:
le diverse situazioni richiedono il ricorso all'alternanza di registri diversi (G.B. Conte)

Vir bonus peritus dicendi - Eloquentia et sapientia

Già nell'opera giovanile De inventione Cicerone era favorevole a una sintesi di eloquentia et sapientia ovvero cultura filosofica, necessaria alla formazione della coscienza morale dell'oratore
Nel De oratore (55) Cicerone per bocca di Crasso sostiene la necessità di una vasta formazione culturale dell'oratore: il talento, la tecnica della parola e del gesto e la conoscenza delle regole retoriche NON possono ritenersi bastevoli (G.B.Conte): è necessaria una vasta formazione culturale - soprattutto filosofia e in particolare filosofia morale - AFFIDABILITÀ ETICO-POLITICA. La capacità di saper convincere l'uditorio disgiunta dalla virtù, dalla probitas e dalla prudentia costituisce un pericolo grave: come mettere delle armi nelle mani di forsennati. Insomma la formazione dell'oratore viene a coincidere con quella dell'uomo politico della classe dirigente, dotato di vasta ma non specialistica cultura generale capace di padroneggiare l'arte della parole e persuadere i propri ascoltatori non per blandire il popolo con proposte demagogiche ma per piegarlo alla volontà dei boni
Oscar Testoni (ultima versione: 14 gennaio 2023)


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